Italy – Music For Keyboards
Nelle note promozionali allegate in questo cd la musica di Lars Boutrup è stata pomposamente presentata come “rock, classical music and movie drama”, tanto basta per giustificare un titolo che non lascia spazio per molte interpretazioni… “Lars Boutrup’s Music for Keyboards” è composto da una musica facilmente riconoscibile in un pop-rock sinfonico strumentale dai risultati alterni, coinvolgente, visionario ed allo stesso tempo mellifluo e non particolarmente originale, decorato da orpelli elettronici e new age, con qualche vaga ed irrisolta ambizione di musica ambient.
Il tastierista danese Lars Boutrup ha realizzato con questo album il suo primo disco solista, disco realizzato quasi in completa solitudine con l’aiuto del batterista Fredrik Sunesen alle percussioni: Lars Boutrup in realtà è in attività nel campo della musica da oltre una ventina di anni, con all’attivo un discreto numero di dischi realizzati attraverso diverse bands (Simecess, Rasmus Lyberth, Sing Sing, Big Bang, Evil Masquerade ecc…) ed anche un discreto successo di pubblico… evidentemente sazio del rock’n’roll, Boutrup ha deciso di dedicarsi con il suo “Music for Keyboards” alla musica strumentale e meditativa, ispirato probabilmente da maestri come Vangelis, Patrick Moraz e… Tony Banks.
La qualità artistica di questo cd è un po altalenante, Boutrup alterna composizioni piuttosto ispirate ed intense a momenti sin troppo prevedibili nel loro svolgimento ed anche un tantino kitch (ad esempio, la spensierata “Agent Orange”): la produzione limpida e pulita dei suoni gioca un punto a favore per “LB’s Musica for Keyboards”, le atmosfere evocate sono quelle dei grandi spazi incontaminati, una sensazione di illuminazione e rinascita spirituale, sensazioni ed atmosfere che si concentrano soprattutto nella parte finale di questo controverso cd.
Lars Boutrup sembra averci proprio lasciato il meglio delle sue capacità negli ultimi quattro brani di “Music for Keyboards”, in effetti l’imponente eleganza sinfonica di pezzi come “While the City Sleeps” o “Northern Lights” possono valere ben più di un ascolto… è lecito dunque aspettarsi da Boutrup ulteriori sviluppi e miglioramenti per un’eventuale seconda opera solista.
Giovanni Carta